Noi vogliamo riscattare Fondi. Farla diventare una città in cui il Comune offre dei servizi ai cittadini. Dove la cosa pubblica è gestita nell'interesse di tutti. Dove tutti hanno delle opportunità. Insomma, un luogo più vivibile. In grado di dare speranze e serenità a chi lo abita.
Per fare tutto ciò serve soprattutto una cosa: il lavoro. Sono tanti coloro che sono costretti ad abbandonare la città per trovare un’occupazione. E troppi coloro che subiscono quotidianamente ricatti per conservare quello che è un diritto e non un privilegio.
Per questo è il momento di spodestare quel manipolo di beceri affaristi che ha permesso alla malavita di insediarsi stabilmente sul nostro territorio. Infangando il nome della città per i prossimi decenni. Ma, soprattutto, sottoponendo i nostri cittadini al rischio di finire invischiati nelle maglie di altri business gestiti dalla malavita come il racket e l'usura
E pensare che in un tempo neanche troppo lontano Fondi era una città famosa per personaggi di tutt'altra levatura, come Giuseppe De Santis, Libero De Libero e Domenico Purificato. Grandi uomini di cinema, di poesia e di pittura.
Per questo dobbiamo riscattare Fondi. Per questo dobbiamo tagliare i fili del grande burattinaio. Noi non vogliamo “nessun padrino”.
Ognuno di noi può farlo. Basta rifiutare i compromessi. Basta non accettare più ricatti.
Non è un'impresa semplice, ma bisogna convincere i fondani che è meglio un modello di sviluppo basato su un'economia sana, su una competizione tra le aziende, su un piano che valorizzi il territorio e le sue specificità, anziché il sistema clientelare che viviamo, e che ci permette solo di “galleggiare”.
Questo è il momento del riscatto. Io mi metto in gioco, fallo anche tu.